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Pavimento alla Veneziana pregi e difetti: realizzare pavimenti unici.

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COD: PV56 Categoria:

Descrizione

Pavimento alla Veneziana pregi e difetti: realizzare pavimenti unici.

Il pavimento alla veneziana del Salento hanno un fascino particolare, sono realizzati in pietra naturale e possono essere montati in giardini, scivoli, bordi piscina. La particolare caratteristica dei pavimenti è che sono naturali al 100%.

Le pavimentazioni alla veneziana differiscono tra di loro per le finiture e per i trattamenti applicati sulla pietra naturale. Il nostro pavimento in pietra è realizzato con lastre dello spessore di cm 4 larghe cm 50 ed alte cm 37.
Il pavimento alla veneziana è antiscivolo ed è di grande formato e permette di risparmiare tempo e denaro durante il montaggio.
La posa del pavimento alla veneziana per interni risulta semplice e può essere posata su diversi supporti: massetto in calcestruzzo o stabilizzato ben battuto.

I collanti che si possono usare per posare i pavimenti sono: malta bastarda, colla per piastrelle, direttamente su sabbia e cemento fresco con buiacca.

I giunti possono essere chiusi semplicemente con un misto di sabbia fine e cemento, oppure possono essere utilizzati i più comuni prodotti già pronti per l’uso in commercio.
La colorazione varia da una tonalità bianco latte  fino al giallo paglierino.
La stessa pavimentazione al quarzo ha tutte le caratteristiche per essere posata in situazioni di carrabilità o semplicemente in percorsi pedonali.

I pavimenti alla veneziana.

Le pavimentazioni per esterni o interni hanno diverse finiture ed in base alle varie lavorazioni e trattamenti si possono ottenere diversi effetti delle finali.

Sebbene la tecnica per la posa è sempre la stessa i prezzi dei pavimenti possono variare.

Abbiamo pavimentazioni adatte per ogni esigenza sia per ambienti esterni che per ambienti interni.

Per conoscere i prezzi delle nostre pavimentazioni in pietra compila il form qui sotto o invia una mail a info@lapietrataurina.it.

Un po di storia della pietra de pavimento alla veneziana.

Nella terminologia commerciale, che in Italia è regolata dalla normativa UNI-4858, si indica con pietra una roccia, di norma non lucidabile, e dalla svariata composizione mineralogica, usata sia come materiale da costruzione che da decorazione, che non rientra nelle tipologie marmo, granito o travertino definite dalla medesima normativa.
Vengono suddivise in due gruppi
   * rocce tenere e/o poco compatte: rocce sedimentarie clastiche e vulcanoclastiche
   * rocce dure e/o compatte: pietre a spacco naturale e rocce magmatiche effusive
La pietra taurina è una roccia dura e compatta calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti marnose e risalente al periodo miocenico. È una formazione rocciosa tipica della regione salentina, nota soprattutto per la sua plasmabilità e facente parte della famiglia pietra leccese.

Questa roccia/pietra ha una composizione piuttosto omogenea:

l’esame petrografico rivela che è costituita principalmente da carbonato di calcio (CaCO3) sotto forma di granuli di calcare (microfossili e frammenti di fossili di fauna marina, risalenti a circa sei milioni di anni fa) e di cemento calcitico, a cui si legano glauconite, quarzo, vari feldspati e fosfati, oltre a sostanze argillose finemente disperse (caolinite, smectite e clorite), che, nelle diverse miscele e concentrazioni, danno origine a differenti qualità della roccia dalla più dura per la realizzazioni di pavimentazioni alla più morbida che ben si adatta per la realizzazione di elaborate e scenografiche opere in pietra.
La pietra taurina affiora naturalmente dal terreno o risulta appena coperta dalla terra e una volta riciclato il terreno per la coltivazione e appianato e livellato il sito è possibile realizzare enormi cave a cielo aperto, profonde fino a diverse decine di metri e diffuse sul territorio salentino. La pietra viene ricavata in forma di parallelepipedi di varie dimensione. La particolarità della pietra è che durezza e resistenza della stessa, una volta estratta, crescono con il passare del tempo, e nella consolidazione la pietra assume una tonalità di colore ambrato simile a quella del miele.

La colorazione varia:

dal bianco latte fino al giallo paglierino, la roccia si presenta compatta e di grana fine, a differenza del carparo, altra tipologia di pietra affine rinvenibile nel Salento ma in zone diverse. La pietra taurina è utilizzata sia in campo architettonico che scultoreo. Apprezzata anche in campo artistico ha avuto stima a livello internazionale grazie all’artigianato locale che nel corso dei secoli ha realizzato  la complessa architettura del Barocco leccese.
Pietra nota sin dall’antichità, nell’intero territorio salentino si trovano dolmen, menhir, statue e costruzioni romane realizzati e sapientemente lavorati con questo tipo di pietra. I primi studi geologici risalgono alla seconda metà del XVI secolo, ma si deve a Gian Battista Brocchi, nel suo studio sulla configurazione geologica salentina (1818), l’identificazione, la prima datazione (fra Secondario e Terziario) e l’origine del nome della pietra leccese. Non da meno sono i fossili che si possono rinvenire al suo interno durante l’estrazione e la lavorazione. Fossili rilevanti tipo: cefalopodi, delfini, capodogli, denti di squali, pesci, tartarughe e coccodrilli.

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